Come stabilizzare un alimentatore
Introduzione
Le vite delle persone sono ormai caratterizzate dall'utilizzo di numerosi dispositivi tecnologici. Si va infatti dal computer, fino al tablet, passando per smartphone e tantissimo altro ancora. Ognuno di questi strumenti tecnologici ha però bisogno di essere caricato di energia elettrica attraverso un alimentatore. Risulta chiara quindi l'importanza di tale oggetto che è bene imparare ad usare al meglio. Nei vari passaggi di questa guida, spiegherò come stabilizzare nel migliore dei modi un alimentatore, tenendo presente che si tratta di una procedura che richiede un po' di tempo, ma non è particolarmente complicata.
Occorrente
- Trasformatore
- Ponte raddrizzatore
- Circuito integrato
- Diodi
- Condensatore
Le funzioni dell'alimentatore
Innanzitutto è bene illustrare tutte le funzioni dell'alimentatore. Si tratta infatti di un dispositivo in grado di prelevare energia dalla rete elettrica di distribuzione, con lo scopo di modificare la tensione alternata, facendola diventare continua in uscita, necessaria per poter alimentare un dispositivo elettronico. Ciò che principalmente occorre è un trasformatore, il quale viene utilizzato per aumentare o diminuire le correnti continue in un circuito. Successivamente, interviene anche il ponte raddrizzatore, il quale svolge la funzione di indirizzare la corrente in un'unica direzione, generando di conseguenza una tensione di uscita pulsante. Il principale obiettivo da raggiungere tutte le volte che si utilizza un alimentatore stabilizzato è quello di adattare la tensione in uscita in base alle differenti necessità esistenti. A fronte di una corrente alternata in ingresso, l'alimentatore stabilizzato può emettere un'alimentazione di tipo continuo che può essere fissa o variabile. Il funzionamento di un alimentatore dipende sostanzialmente dalla tipologia, infatti può essere lineare oppure switching. L'alimentatore lineare è caratterizzato dalla presenza di un circuito che emette una tensione minore di quella in entrata, mentre l'alimentatore switching si distingue invece per la variazione di frequenza, in grado di inviare il comando a un transitor di potenza.
Le caratteristiche del ponte raddrizzatore e del condensatore
Parlando ora del ponte raddrizzatore, va detto che quest'ultimo è composto da quattro diodi, più specificatamente il primo ed il terzo diodo conducono per la semionda positiva, al contrario, il secondo ed il quarto diodo conducono per la semionda negativa. Il filtro di livellamento è costituito da un condensatore, la cui utilità è quella di equiparare l'onda in uscita dal raddrizzatore. Quindi, se si pone un condensatore di alta capacità in uscita del ponte di diodi, lo stesso, che inizialmente risulterà essere scarico, inizierà a caricarsi, fino a raggiungere il suo valore massimo. In seguito, però, la tensione pulsante tende a diminuire, di conseguenza il condensatore andrà pian piano scaricandosi. A questo punto, l'andamento della tensione del condensatore sarà di tipo ondulatorio, senza però raggiungere in nessun caso il valore zero. Quindi è ovvio affermare che il condensatore risulta essere in grado di influenzare l'ampiezza di ondulazione della corrente, in quanto man mano che la capacità è maggiore, altrettanto maggiore sarà il tempo di scarica del condensatore stesso. In ogni caso, la tensione in uscita non risulta essere ancora perfettamente continua, bisogna perciò fare ricorso allo stabilizzatore, che ha lo scopo primario di eliminare le ondulazioni che si vengono a presentare, mantenendo così costante la tensione d'uscita, al variare della tensione d'ingresso.
La costruzione di un alimentatore stabilizzato
Per stabilizzare nel miglior modo possibile un alimentatore, bisogna spesso e volentieri ricorrere alla realizzazione proprio di un alimentatore stabilizzato. Infatti, la maggior parte delle volte, l'acquisto di questo tipo di dispositivo può risultare veramente costoso, nonostante alcune volte se ne possano trovare direttamente da laboratorio e a un buon rapporto fra qualità e prezzo. Per costruire un alimentatore di tipo classico, si deve innanzitutto partire dal circuito integratore e dal trasformatore, i quali vanno assolutamente adeguati alla nuova tensione di uscita. Ne consegue che la corrente erogabile dovrà essere di almeno un ampere nel caso in cui si voglia un alimentatore sempre di un ampere. A tal proposito, si dovranno utilizzare condensatori elettrolitici con tensione di lavoro che deve essere di almeno il doppio rispetto a quella fornita dal trasformatore. Inoltre, ci si dovrà anche servire di un raddrizzatore che dovrà avere un amperaggio corretto. Eseguito il tutto, si vanno a saldare i terminali di alimentazione ai terminali di ingresso della scheda attraverso il circuito dell'alimentatore stabilizzato. Nel caso dell'alimentatore switching, la procedura ovviamente cambia. Infatti, tenendo presente che quest'ultimo non dissipa energia, per stabilizzarlo, è necessario variare il rapporto fra il tempo di attesa e lo spegnimento per poter ottenere la relativa regolazione della tensione.
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Consigli
- Fare molta attenzione all'attacco dell'elettricità per evitare il rischio di incidenti.