Capita molto spesso a chi è alle prime armi in elettronica di dover metter mano su un circuito con potenziometri. I potenziometri sono componenti passivi particolari perché si impiegano nel caso in cui un valore resistivo debba variare entro una certa gamma. I potenziometri si usano anche se si deve far variare l'ampiezza di una tensione sia continua che alternata. Esistono molti tipi, ma in ogni caso, le differenze costruttive sono standardizzate e devono essere conosciute.
I potenziometri sono schematizzabili come due resistori in serie, con una somma costante, ma un rapporto variabile. Il nodo che congiunge questi due resistori è impiegato per prelevare il valore di tensione ripartito tramite le leggi di Ohm. In sostanza si tratta di una puntina metallica conduttrice che tocca su uno strato di ossido metallico, di carbone o di filo avvolto, che costituisce il resistore. Il valore di questo resistore è fissato dal costruttore, e dal punto di vista della modellizzazione può essere schematizzato come una serie di resistori di resistenza infinitesima, ognuno dei quali può avere o lo stesso valore degli altri, oppure un valore che dipende dalla posizione lungo la pista. Vediamo i principali tipi di potenziometro.